Con un comunicato stampa emesso il 15 dicembre scorso Legambiente interviene sulla formazione della nuova giunta regionale.
Lo fa con un comunicato in cui si ribadisce che ambiente, energia, trasporti e territorio sono temi strategici e tra loro interconnessi: affinché vengano affrontati con efficacia occorre che vengano presidiati da assessori competenti e portatori di volontà di cambiamento. L’Ambiente non sia considerato una riserva indiana senza strumenti a disposizione. L’associazione chiede al PD di sceglierli mettendo da parte criteri di secondaria o nessuna importanza (geografici, di corrente, ecc.) componendo una giunta che si distingua invece per merito e competenza: una scelta obbligata per rispondere all’astensionismo ed ai problemi della regione.
Di seguito il testo del comunicato:
Si scelgano in fretta gli assessori con le deleghe all’ambiente, ai trasporti, al territorio e all’energia, e che questi siano personalità di alto spessore e di competenza che indirizzino le scelte della Regione verso strade nuove e innovative. Sapendo lavorare in stretta sinergia. Questo l’appello di Legambiente al neogovernatore Stefano Bonaccini rispetto ai tempi e alla composizione della Giunta.
L’associazione sottolinea come trasporti, territorio ed energia siano settori altamente strategici per la regione, non solo dal punto di vista ambientale e della salute dei cittadini, ma anche dal punto di vista economico e della qualità della vita e dei servizi: trasporto pubblico, acqua e rifiuti sono solo alcuni dei temi che incrociano ambiente e la quotidianità di tutti i cittadini.
Il dibattito mediatico sembra dimostrare purtroppo una tensione politica più orientata a risolvere i problemi interni del partito piuttosto che quelli dei cittadini della nostra regione. Un dibattito incentrato esclusivamente sulla corretta ripartizione tra correnti, piazzamenti di funzionari di partito e rivendicazioni territoriali delle singole segreterie provinciali.
Una strada pessima, che può solo aumentare il distacco dei cittadini dalla politica e consolidare il drammatico risultato di partecipazione al voto registrato alle elezioni del 23 novembre. Il partito vincitore delle elezioni dovrebbe invece sentire la responsabilità di provare a guardare oltre il proprio ombelico ed esprimere una visione “alta” sia nelle idee che nelle pratiche.
Nel merito Legambiente ricorda che le tematiche energetiche sono tra i pochi filoni di innovazione sulle quali vi siano ancora risorse importanti di origine UE, che possono e devono essere elemento di spinta non solo ambientale, ma anche economica. Un esempio su tutti la riqualificazione delle città, tema invocato da tutti ma su cui ancora mancano strumenti concreti per dare il via a questa “grande opera” diffusa, che interessa tanto cittadini quanto il settore delle costruzioni.
Sul tema dei trasporti si gioca la grande criticità sanitaria della regione, quella dello smog, e contemporaneamente la qualità e accessibilità al servizio per decine di migliaia di utenti che tutti i giorni devono spostarsi per studio o lavoro. Un settore dove il nuovo Piano regionale, il PRIT, è fermo nei cassetti da diversi anni.
Sul territorio, visti anche i recenti disastri idraulici, è indispensabile una forte discontinuità sulle visioni strategiche rispetto alla precedente giunta, che non ha posto in atto alcuna azione concreta per fermare il consumo di suolo, e che anzi ha avallato tutte le scelte cementizie delle amministrazioni locali.
Anche sul governo dei rifiuti serve una guida non subalterna alle esigenze dei cda, che sappia dare un segnale chiaro sulle scelte che si vorranno intraprendere per indirizzare il sistema; soprattutto in un momento delicato in cui lo Sbloccaitalia sembra relegare i territori a meri esecutori di scelte nazionali, senza alcuna possibilità di poter incidere.
Dovrebbe essere chiaro quindi come i temi ambientali risultino trasversali e di primaria importanza per ogni settore. Sarebbe ad esempio un errore non leggere il sistema dei Parchi come elemento da potenziare e valorizzare in chiave turistica o per praticare politiche della montagna in grado di combattere lo spopolamento.
Per concludere non sarebbe accettabile una scelta che releghi l’ambiente ad assessorato di poco peso, utilizzato solo come “riserva indiana per minoranze”. L’associazione ricorda infatti che si viene da una passata legislatura dove, in capo all’assessorato all’ambiente erano state lasciate pochissime deleghe e che addirittura il posto è rimasto vacante per oltre un anno dopo la revoca di Errani all’Assessore Freda.
Una visione miope, fuori dai tempi e dalle politiche europee, sicuramente da non riproporre.