Firmiamo e diffondiamo per chiedere un confronto pubblico!
Chiediamo di sottoscrivere e diffondere l’appello lanciato ai dieci sindaci dei comuni interessati dalla variante autostradale (clicca qui per firmare la petizione su Change.org):
In data 29 luglio 2014, Regione Emilia Romagna, Provincia di Bologna e Comune di Bologna, in assenza dei Comuni da Voi amministrati, hanno firmato un accordo con Autostrade per l’Italia e con il Ministro delle Infrastrutture per la costruzione del “Passante Autostradale Nord”: una autostrada di 38 km attraverso 11 Comuni della Provincia di Bologna, oltre al capoluogo.
Il Passante Nord ha un rilevante impatto ambientale su aspetti critici della pianura, mentre garantisce solo “modesti benefici trasportistici” e non liberalizza l’attuale tracciato della Tangenziale.
Poiché la realizzazione è stata avviata senza un’attenta valutazione del rapporto costi/benefici e poiché sono disponibili alternative migliori,
CHIEDIAMO:
1. che l’attuazione dell’Accordo sottoscritto senza la rappresentanza dei Vostri Comuni venga arrestata con opportuni provvedimenti amministrativi;
2. che venga richiesta una effettiva analisi costi e benefici tenendo in conto anche le risorse ambientali perse;
3. che si apra un confronto pubblico sulle alternative meno costose e meno impattanti, svincolate dai veti europei sulla libera concorrenza, che possano garantire una reale soluzione dei problemi di traffico rimasti sull’asse Tangenziale di Bologna anche dopo la realizzazione della Terza corsia dinamica, con un consumo di territorio vicino allo zero ed una diminuzione del consumo energetico e dell’inquinamento.
LE RAGIONI DELL’APPELLO
Cosa prevede l’Accordo del 29 luglio per la realizzazione del Passante Autostradale Nord.
Autostrade per l’Italia (ASPI) ha accettato di costruire il Passante Nord alle seguenti condizioni:
- l’importo fisso e non modificabile a carico ASPI è pari a 1.280.000,00€
- Regione, Provincia e Comune di Bologna si impegnano contenere i costi di ASPI per le mitigazioni ambientali e per il reperimento dei siti di cava
- l’attuale tracciato A14 resta separato dalla Tangenziale, saranno aperti solo alcuni bypass di comunicazione
- viene aumentato il pedaggio di attraversamento dell’attuale asse autostradale
- viene introdotto un pedaggio forfettario pari a 15,5 km per chi entra o esce dai caselli
- non è prevista alcuna procedura di consultazione pubblica e nemmeno l’accordo dei Comuni da Voi rappresentati sul progetto preliminare.
Autostrada di dubbia utilità…
In documenti ufficiali, Autostrade per l’Italia esprime sul Passante Nord le seguenti valutazioni: “scarsi benefici trasportistici”, “consistente impatto territoriale” e “mancanza di elementi necessari a garantire la fattibilità tecnico/economica dell’iniziativa”. Negli stessi documenti si afferma che “la soluzione Passante + Banalizzazione genera un peggioramento delle condizioni di deflusso della A14 e non migliora in maniera efficace le condizioni di deflusso sulle complanari”.
… ma di sicuro impatto ambientale.
Il tracciato di 38 km comporta la perdita definitiva di almeno 600 ettari della nostra bella pianura che potrebbero nutrire diverse migliaia di persone all’anno.
Il Passante Nord è un’ opera alta 3,7 metri per la gran parte del tracciato, rilevata con terra che verrà ricavata da cave locali per circa 3.860.000 metri cubi.
Il Passante Nord impermeabilizza almeno 100 ettari di terreno – considerando solo il nastro senza caselli e svincoli -, impedendo l’infiltrazione delle precipitazioni nella falda il cui livello è già in calo di 9 milioni di metri cubi all’anno da 30 anni.
L’acqua che non filtra nel terreno scorrerà in superficie e andrà ad impegnare il reticolo di scolo della pianura in cui le esondazioni sono sempre più frequenti.
Il Passante Nord comporta un aumento del consumo energetico pari a circa 25 mila Tonnellate Equivalenti di Petrolio (TEP) all’anno a causa dei 16 km in più rispetto al percorso attuale. Di conseguenza aumenterebbero notevolmente anche le emissioni di polveri ed altri inquinanti da mezzi leggeri e pesanti. Queste emissioni si diffondono a grande distanza e non consentono le coltivazioni “biologiche” o di alta qualità entro un limite convenzionalmente stabilito di 1000 metri dalla sede stradale, pari ad un’area di oltre 7000 ettari.
L’aumento delle emissioni di CO2 causato dal Passante Nord è pari a circa 70 mila tonnellate in più all’anno mentre dovremmo ridurre le emissioni per evitare il continuo aumento della temperatura media globale.
Il Passante Nord non è un’opera a “costo zero”.
A carico delle nostre comunità rimangono:
- gli imponenti costi ambientali del Passante Nord in termini di consumo di risorse naturali che andrebbero utilizzate con parsimonia e conservate per le prossime generazioni
- i costi derivanti dal nuovo pedaggio forfettario per chi entra e chi esce dai caselli del nodo di Bologna
- i costi per le mitigazioni ambientali e il contenimento dell’impatto sonoro non coperti dal budget di Autostrade per l’Italia
- gli oneri aggiuntivi generati dai “vincoli territoriali ed ambientali intercettati dal nuovo itinerario, per garantire la trasparenza idraulica della nuova sede autostradale nella presenza di aree storicamente alluvionate” non coperti dal budget di Autostrade per l’Italia.
Perdita permanente di reddito.
Oltre al consumo diretto di suolo naturale ed agricolo causati dal tracciato e dagli svincoli e caselli, il Passante Nord attraversa decine di aziende agricole ritagliando ampie superfici che non potranno più essere coltivate convenientemente e che sono state stimate intorno ai 130-150 ha dallo studio di fattibilità. Ciò costituisce un danno significativo per decine di aziende agricole e per la filiera a monte ed a valle e potrebbe causare la perdita definitiva di molti posti di lavoro in uno dei settori economici che paiono avere più potenzialità di generare reddito ed occupazione.
Le proposte alternative.
Per rimuovere in via definitiva la congestione del traffico e diminuire l’inquinamento totale del nodo di Bologna, sono state proposte varie alternative molto meno costose, sia dal punto di vista economico che ambientale, come l’allargamento della Tangenziale senza consumare nuovo territorio, il completamento della viabilità alternativa già prevista da anni nella pianificazione territoriale vigente ma rimasta incompiuta, lo sviluppo del Servizio Ferroviario Metropolitano e del trasporto pubblico bolognese. Molti utenti oggi sono costretti a salire sull’auto ed attraversare la Tangenziale sia perché il servizio offerto dal treno in direzione Ovest-Est e viceversa non è competitivo, sia perché manca un passaggio alternativo sul Reno. Una parte dei rallentamenti di traffico sulla Tangenziale è dovuto anche agli incolonnamenti che si formano nelle ore di punta alle uscite su strade radiali trafficate, oltre al carico eccessivo sulla stessa. Infine, il trasporto merci a lunga percorrenza che impegna la A14 andrebbe incentivato a trasferirsi su ferro con pratiche e modalità sperimentate, come il sistema Eurovignette ed il caricamento del camion su treno.
Bologna 24 Febbraio 2015.
LEGAMBIENTE BOLOGNA, IMOLA E MEDICINA, PIANURA NORD, SAN GIOVANNI IN PERSICETO, SETTA SAMOGGIA RENO.
LEGAMBIENTE EMILIA ROMAGNA.
COMITATO PER L’ALTERNATIVA AL PASSANTE AUTOSTRADALE NORD